Recensione CD: 'Zingari' di Opera Rara - OperaWire

2023-02-16 15:48:21 By : Ms. Cherry Lee

Dopo l'uscita dello scorso anno de “Il Paria” di Donizetti, è ora la volta di “Zingari” di Leoncavallo in una registrazione prodotta in modo impeccabile da Opera Rara e dal suo direttore artistico, Carlo Rizzi, alla guida della Royal Philharmonic Orchestra.“Zingari” è la seconda immersione dell'etichetta britannica nel tesoro verista dell'opera musicale di Leoncavallo e, come tale, una condensazione di tropi fin-de-siècle.Non solo mostra molto esotismo "alla zingaresca" (come indicato nella partitura) ma anche un sorprendente mix di violenza ed effetti scenici, tra cui un rituale di sangue e un doppio omicidio in vero stile "Pagliacci"."Zingari" non è del tutto estraneo all'industria discografica, poiché Bongiovanni, ad esempio, ha pubblicato la sua interpretazione del racconto solo nel 2021.Nella presente edizione, invece, “Zingari” ci si presenta per la prima volta senza i consueti tagli e, ove necessario, riorchestrata dalla lancetta dei minuti di Martin Fitzpatrick della English National Opera.Fornisce una ricostruzione molto fedele di ciò che il pubblico londinese avrebbe sentito all'Hippodrome Theatre nel 1912, quando Leoncavallo ne diresse la prima.Così com'è, l'opera è divisa in due episodi con un intermezzo orchestrale intermedio, che riflette il linguaggio, sia musicalmente che in termini narrativi, delle opere veriste ancestrali in Italia.Più specificamente, trovo che emuli le idee di "Le Willis" di Puccini (come era noto "Le Villi" nella sua forma in un atto) che, opportunamente, è stato registrato da Opera Rara nel 2019.Le somiglianze più sorprendenti sono queste: la composizione strutturale sia di “Le Willis” che di “Zingari” come cosiddetta opera numerica;la scrittura vocale che si presta ad una tessitura alta, in particolare per i ruoli baritonali di Guglielmo Wulff e della Tamar;e la funzione drammatica dell'intermezzo che colma le inspiegabili lacune del libretto tralasciando i principali sviluppi psicologici (Anna muore di crepacuore e Fleana che ricambia le avance di Tamar).Per contestualizzare ciò, Leoncavallo nel 1912 richiama le innovazioni di Puccini e Mascagni, così come il proprio successo con “Pagliacci” nei primi anni 1890, adottando uno stile eclettico ed essenzialmente anacronistico per l'estetica da music hall del suo “ Zingari”.Liberamente ispirato a un poema drammatico di Alexander Pushkin, “Zingari” racconta la storia della donna rom Fleana (soprano) e della sua relazione triangolare con il principe Radu (tenore) e la poetessa zingara Tamar (baritono).Quest'ultimo è l'amante geloso che, dapprima respinto, conquista la volubile Fleana in circostanze appena accennate, lasciate, per così dire, alla discrezione dell'intermezzo con la sua introduzione di un nuovo tema d'amore.La loro nascente relazione, tuttavia, trova un finale crudele quando un impazzito Radu, che per Fleana ha abbandonato la sua posizione sociale di principe, rinchiude la coppia in una capanna e le dà fuoco maliziosamente.Il cast è guidato da Krassimira Stoyanova, il cui infallibile senso per le sfumature drammatiche e l'incisività ha stabilito lo standard per il flusso continuo di emozioni intense della colonna sonora, che vanno dalla presa in giro melismatica della danza di Fleana ("La la la la!") ai forti esclamativi del duetto “Tutta la mia vita ti donerò” (al do bemolle di Arsen Soghomonyan).Dal punto di vista vocale, il bordo d'acciaio del suo timbro serve bene al soprano bulgaro, non solo in accordo con l'accompagnamento degli archi o gli echi onomatopeici del clarinetto nella già citata danza di Fleana, ma come indicatore, se volete, della sua ambiguità morale e volubilità ( molto simile a Carmen o Tigrana da “Edgar” di Puccini).Nel tenore armeno Arsen Soghomonyan trova un partner congeniale il cui peso e resistenza vocale non gli precludono di colpire un tono più lirico, come quando inizia l'arioso romanzo di "Occhi azzurri" che poi sfuma in un diminuendo meravigliosamente sostenuto.La mia unica critica, a prescindere dalla sua prestazione individuale e, direi, imponente, riguarda l'accostamento con l'altrettanto magistrale Stephen Gaertner.Poiché il timbro di Soghomonyan è fortemente baritonale, la differenziazione tra i personaggi di Radu e Tamar si fa un po' sfumata, il che, nel caso di “Zingari”, con il suo cast ridotto di solisti e la durata relativamente breve, lascia un senso di perplessità.Detto questo, Gaertner possiede una tecnica solida come una roccia che, in vero stile belcantistico, gli permette di girare gloriosamente la linea nel "Canto Notturno" di Tamar e raggiungere le note sopra il pentagramma senza alcuno sforzo apparente.I tre protagonisti sono ottimamente supportati da Lukasz Goliński nel ruolo del Vecchio, la cui solennità condensa nel suono ricco e vellutato del suo basso-baritono.Il coro sotto la direzione di Eamonn Dougan è avvincente, dalla nostra primissima introduzione al campo rom (compreso un riferimento non velato al coro dell'incudine di Verdi) al frenetico finale tra le fiamme della capanna in fiamme.Dopo diversi ascolti ho superato la mia iniziale reticenza sulla capacità di “Zingari” di suscitare ulteriore interesse se non il gusto degli appassionati irriducibili per il sempre così scarso.La partitura è intensamente eclettica e, nel bene e nel male, marcatamente anacronistica.Nel 1912, la sua struttura formulata come un'opera numero potrebbe non essere più all'avanguardia - il suo fascino drammatico, tuttavia, rimane intatto.L'Opera Rara ha sostenuto con forza lo “Zingari” di Leoncavallo che eccelle grazie alle interpretazioni ispirate dei suoi solisti e alla direzione veloce ma non per questo meno minuta di Carlo Rizzi.È, a mia conoscenza, la migliore registrazione attualmente disponibile e, come tale, rappresenta un'altra pietra miliare verso una migliore comprensione (e, possibilmente, rivalutazione) del suo compositore.Se sarà sufficiente riportare “Zingari” nel repertorio internazionale solo il tempo lo dirà.L'opera è fiorente.E OperaWire è nato dal desiderio di assorbirne la maggior parte e consentire ai fan appassionati di accedere a tutto ciò che questa meravigliosa forma d'arte ha da offrire su base giornaliera.