Dalla Rafa Nadal Academy al tennis che conta: il 19enne giordano batte Caruso ed impressiona al Challenger di Tenerife. È il primo giocatore del suo paese ad entrare nel ranking mondiale
Al terzo e ultimo Challenger di Tenerife si sta parlando molto di Abedallah Shelbayh, il giovane talento proveniente dalla Giordania che ha messo per la prima volta il proprio paese sulla mappa del tennis internazionale. Il ragazzo è approdato al tabellone principale dopo aver battuto nelle qualificazioni il solido canadese di scuola spagnola Steven Diez e poi il padrone di casa Merida Aguilar. All’esordio nel main draw ha trovato il nostro Salvatore Caruso che, pur reduce da un periodo non propriamente brillante, rimane comunque avversario ostico, di quelli che non si battono da soli. E infatti ci ha pensato il giovane Abedallah a mettere da subito in difficoltà l’azzurro che è riuscito a mantenere la parità fino al 3-3 e poi, dopo aver subito il break, ha ceduto di schianto. Per il giordano è stata tutta discesa, nonostante la lunga interruzione (sul 4-0 del secondo set), a causa di una bufera di vento, l’abbia mandato un po’ in confusione. Con questa vittoria (6-4 6-3) Abedallah dovrebbe raggiungere il n.408 ATP, suo nuovo best. E al secondo turno cercherà di confermare contro il britannico Ryan Peniston (n.159 ATP) che l’appetito vien mangiando.
Il ragazzo ha un fisico compatto, non è particolarmente alto (180 cm) e questo lo induce a giocare il servizio in kick, in maniera però molto incisiva, tanto da porre ogni volta l’avversario di fronte a un bel problema. Solido nei fondamentali e dotato di un ottimo tocco, si intuiscono grandi margini di miglioramento.
L’escalation di Abedallah è sorprendente perché quando parliamo di Giordania pensiamo subito alla meravigliosa località archeologica di Petra, certamente non a un campo da tennis. Si tratta infatti di un paese che potremmo eufemisticamente definire tennisticamente acerbo, dove mancano le strutture di base e soprattutto quella tranquillità che altrove garantisce ai ragazzi di poter fare sport senza preoccuparsi del contorno. Questo nonostante la Giordania sia uno degli stati più pacifici del turbolento Medio Oriente.
Narra la leggenda che Abedallah abbia conosciuto il tennis all’età di quattro anni mentre suo padre stava guardava in televisione Rafael Nadal impegnato al Roland Garros. Il piccolo s’incuriosì così tanto che babbo Khaled decise di regalargli una racchetta che Abadallah impugnò subito di mancina, proprio come il suo idolo, nonostante fosse destro naturale.
Con la crescita del bimbo, la leggenda lascia il posto alla cronaca che ci racconta di come a 15 anni abbia deciso di iscriversi alla Rafa Nadal Academy di Manacor, dove ha continuato a studiare e si è allenato fino all’estate dello scorso anno. In quei tre anni fu notato da Rafa che gli propose di scambiare qualche palla, e in breve i palleggi tra i due si trasformarono in una piacevole consuetudine.
Diplomatosi nel giugno 2021 alla Rafa Nadal International School, Shelbayh ha vinto una borsa di studio all’Università della Florida, dove è andato a difendere i colori dei mitici Gators, raccogliendo l’eredità di Ben Shelton. Spesso gli universitari americani d’estate muovono i primi passi nel mondo professionistico ed è esattamente quello che ha fatto Abedallah: tra il luglio e l’agosto 2022 ha vinto due Futures sul cemento di Monastir, e subito dopo al Challenger di Maiorca ha onorato la wild card concessagli da Nadal con una sorprendente semifinale, battendo tra gli altri un certo Dominic Stricker. Questo ha segnato il vero inizio della sua carriera professionistica e contemporaneamente la fine della sua breve esperienza universitaria. In dicembre infatti ha annunciato che avrebbe lasciato i Gators per passare al professionismo e la settimana successiva già vinceva il suo terzo titolo ITF a Trnava (Slovacchia, cemento indoor), battendo in finale Daniel Rincon che il mese successivo si sarebbe preso la rivincita all’ITF di Manacor, ma ormai la sfida al mondo dei grandi è lanciata.
ATP di Cordoba: Vavassori eliminato dal rientrante Pella
ATP Dallas, Verdasco : “Se oggi giocassi al livello del 2009 potrei aspirare a uno slam” [ESCLUSIVA]
Il tennista romano Matteo Gigante batte in finale l’amico Stefano Travaglia e si aggiudica il primo titolo in carriera. Da lunedì entra in top 200. A Vilnius vince il britannico Liam Broady
Mentre Marcello Marchesini e il Presidente della Federazione Spagnola di Tennis Miguel Diaz Romàn, in visita a Tenerife per l’ultimo week-end del trittico di Challenger, parlano di future collaborazioni; Matteo Gigante e Stefano Travaglia hanno discusso del presente immediato, con grande soddisfazione di Matteo che ha vinto il match finora più importante della sua giovane carriera. Ha infatti regolato l’ascolano Stefano Travaglia con un netto 6-3 6-2 in un’ora e dieci di gioco. Per la 21enne promessa del tennis azzurro è stata la conclusione trionfale di una settimana che pure non era iniziata sotto i migliori auspici visto che Giovanni Fonio l’aveva battuto nel turno decisivo delle qualificazioni. Rientrato in tabellone come lucky loser, Matteo ha dimostrato di meritare ampiamente il dono della sorte. Intervistato in esclusiva ad inizio 2021 (in quell’occasione aveva anche fatto un pronostico su Sinner e Musetti, andandoci piuttosto vicino), riconosceva la necessità di dover passare più tempo ad alti livelli e i frutti – dopo la vittoria dello scudetto di Serie A1 – stanno continuando ad arrivare. In questo torneo non solo ha progressivamente alzato il livello del proprio gioco, ma ha saputo rimanere freddo quando si è ritrovato in svantaggio e le cose sembravano volgere al peggio.
Come nei due derby contro Francesco Passaro e Riccardo Bonadio in cui ha sempre dovuto recuperare un set di svantaggio. Il terzo derby, quello in finale, è stato paradossalmente il più facile con il suo avversario che probabilmente ha sofferto la pressione più di lui. Per Travaglia si trattava infatti di mettere il sigillo ad un’ottima settimana, con un trofeo che avrebbe significato per lui una vera rinascita dopo un paio d’anni davvero sfortunati (il suo ultimo successo risale al Challenger di Sibiu nell’ottobre 2021). Con questo risultato Stefano torna comunque al n.311 ATP, dopo essere precipitato oltre la 400esima posizione.
Gigante da parte sua migliora di gran lunga il proprio best alla posizione n.194. Ultimamente il suo percorso era stato un po’ up and down e aveva sollevato qualche malumore tra gli appassionati, ma un simile andamento altalenante a 21 anni ci sta eccome. E siamo assolutamente convinti (per dirla con Musetti) che il meglio debba ancora venire. Per essere convinti di questo non servono approfondite analisi tecnico-tattiche ma è sufficiente ascoltare con attenzione il rumore che fa la pallina quando viene colpita dalla sua racchetta, soprattutto sul rovescio. Dopo la premiazione il vincitore ha dichiarato: ”Si vede che nei posti belli riesco ad esprimere il mio miglior tennis…battute a parte non mi aspettavo davvero di vincere il torneo, non solo perché nelle qualificazioni avevo già perso con Fonio ma anche per il problema al piede che mi ha tormentato nei primi giorni. Con Stefano è stata una partita tosta e contro gli amici è sempre durissima giocare. Poi ci conosciamo fin troppo bene visto che spesso ci alleniamo insieme e che ci eravamo già affrontati proprio su questi campi la scorsa settimana (successo di Matteo 6-3 6-1 nel secondo turno delle qualificazioni, ndr). Una vittoria importante per il ranking ma rimarrò con i piedi ben piantati a terra e la prossima settimana sarò già al lavoro col maestro Alessandro Galli sui campi dello Junior Casal Palocco in vista del Challenger di Rovereto”.
Si giocava anche a Vilnius (Challenger 100, cemento indoor) dove il trofeo è stato alzato dal britannico Liam Broady che in finale ha battuto il 26enne ceco Zdenek Kolar (n.214 ATP), a torto conosciuto soprattutto come doppista. Il 6-4 6-4 finale ci racconta di un match che non è mai stato veramente in bilico e che ha premiato Broady che questo torneo l’ha letteralmente dominato. Basti pensare che in tutta la settimana non ha lasciato un solo set, pur contro avversari di tutto rispetto come, oltre allo stesso Kolar, Dzumhur, Furness, Elias Ymer e Moraing. Questa vittoria consente al 29enne nativo di Stockport di conquistare il suo secondo titolo Challenger (dopo 7 finali perse) e di risalire alla posizione n.140 (quinto giocatore inglese in classifica), ad una ventina di posizioni dal suo best.
Sono sei gli italiani che approdano ai quarti di finale. Male invece la nostra spedizione a Vilnius
Gli azzurri fanno la voce grossa in quel di Tenerife e si qualificano in sei ai quarti di finale. Tutti bravi ma con una citazione particolare per Matteo Gigante che, dopo aver perso con Fonio nel turno decisivo delle qualificazioni, stava già preparando le valigie quando gli hanno comunicato che sarebbe stato ripescato come lucky loser. Poi, visto che la fortuna bisogna anche sapersela meritare, il tennista romano ha innestato il turbo e ha lasciato per strada solo le briciole, battendo prima lo spagnolo Daniel Rincon e poi in rimonta (5-7 6-2 6-2) Francesco Passaro (n.109 ATP e prima testa di serie del torneo). Nei quarti lo spagnolo Pablo Llamas Ruiz (n.352 ATP) non appare avversario inavvicinabile. E comunque vada a finire Matteo è già accreditato del suo nuovo best alla posizione n.220.
Molto bravo anche Francesco Maestrelli che qui sull’isola sembra aver finalmente registrato il motore dopo la delusione patita nelle qualificazioni degli AO. Convincenti.le sue vittorie su Lukas Rosol, che non sarà più di primo pelo ma che sul veloce è sempre meglio non sottovalutare, e su un ritrovato, almeno si spera, Gianluca Mager. Adesso lo aspetta un altro derby, molto interessante, contro Riccardo Bonadio che ha decisamente iniziato il 2023 col piglio giusto. Lo confermano i suoi netti successi su Filip Misolic e Moreno De Alboran. Siamo contenti per il tennista friulano e anche per noi perché è sempre un piacere vedere in azione quel suo rovescio che andrebbe usato a scopo didattico in tutte le scuole tennis.
Giovanni Fonio ha da parte sua ampiamente dimostrato quanto fosse meritato il suo accesso al tabellone principale. Lo statunitense Christian Harrison (n.351 ATP) e il cinese Bu Yunchaokete (n.282) portano la loro testimonianza in merito. Nei quarti affronterà da sfavorito il britannico Ryan Peniston (n.159 ATP), ma sarebbe imprudente dare per spacciato il tennista novarese che intanto migliora il proprio best e si dovrebbe portare al n.328 ATP. Completano il quadro Alessandro Giannessi e Stefano Travaglia che daranno vita a un altro derby che vale le semifinali, traguardo già raggiunto quest’anno da Giannessi (Challenger di Tigre) e che invece manca da tempo all’ascolano (Challenger di Bratislava, novembre 2021), scivolato nel frattempo oltre la posizione n.400 in classifica.
Al Challenger 100 di Vilnius (cemento indoor) erano tre gli italiani in gara e hanno tutti fatto le valigie piuttosto in fretta. Il solo Julian Ocleppo è riuscito a superare le qualificazioni per poi perdere all’esordio nel tabellone principale dal kazako Denis Yevseyev (n.329 ATP) con un doppio 6-2. Lo stesso Yevseyev che nelle qualificazioni aveva fermato la corsa di Federico Arnaboldi 7-6(5) 6-3. Eliminato anche l’altro ex ‘Nargiso boy’ Gianmarco Ferrari che si fa rimontare (4-6 6-3 6-1) dal tedesco Daniel Masur (n.272 ATP).
Il sanremese batte in finale l’altro azzurro Raul Brancaccio e si avvicina alla top 100. Vittorie anche di Safiullin, Kovacevic e Hijikata
Matteo Arnaldi è il campione del Challenger 75 di Tenerife 2. Sul campo centrale dell’Abama Tennis Academy il ligure ha vinto il derby contro Raul Brancaccio per 6-1 6-2, portandosi in vantaggio nei testa a testa che fino ad oggi erano in parità (vittoria di Arnaldi nell’ITF di Bolzano e rivincita di Brancaccio nel Challenger di San Benedetto del Tronto). La finale è durata 58 minuti ed è stata purtroppo condizionata da un problema alla mano di Brancaccio, che ha combattuto con le vesciche.
Al via da seconda testa di serie, Matteo Arnaldi è riuscito ad alzare al cielo il secondo titolo Challenger della sua carriera, dopo quello di Francavilla al Mare nello scorso mese di maggio. Dopo essere stato forzato al terzo set da Giannessi e dal giapponese Mochizuki ad inizio torneo, il tennista classe 2001 ha messo le marce alte e non si è concesso ulteriori sbavature. A fine partita il vincitore ha dichiarato: “Sono contento del successo, devo dire che è stata una bella settimana e ho iniziato con il piede giusto sin dall’esordio. Al primo round forse ho giocato addirittura la mia partita migliore. Mi dispiace che Raul non abbia potuto dare tutto, ma dal mio punto di vista ho fatto una bella finale”. Da oggi Arnaldi sarà numero 107 del mondo, suo best ranking. La top 100 si avvicina a grandi passi, ma il sanremese, per quanto contento, continua a concentrarsi sulla globalità del suo tennis: “Fuori dal campo ho trovato il mio equilibrio. Questa stagione sarà ricca di esperienze, mi aspettano i primi tornei del circuito maggiore e spero anche i primi main draw Slam. Top 100? È un traguardo importante che cambia un po’ di cose sia economicamente che soprattutto per quanto riguarda le entry list. La priorità però resta il mio tennis, anche se adesso non nascondo che il mio obiettivo sia giocare il tabellone principale del Roland Garros”. Al netto della sconfitta può sorridere anche Raul Brancaccio, che dopo il titolo di Noumea ha disputato la seconda finale di questo suo ottimo 2023. Il classe 1997 di Torre del Greco salirà alla 119ª posizione mondiale, ritoccando così la sua miglior classifica.
L’atto conclusivo del secondo dei tre eventi organizzati da MEF Tennis Events sull’isola ha richiamato tantissimo pubblico ed ancora una volta è stata una vera festa del tennis per tutta l’isola, anche fuori dal campo.
Intanto nella giornata di domenica 5 febbraio sono iniziate le qualificazioni del Tenerife Challenger 3, ATP Challenger 75, che andrà in scena fino a domenica 12 febbraio.
Al Challenger 100 di Koblenz (cemento indoor) vittoria del russo Roman Safiullin (n.100 ATP e seconda testa di serie) che in finale ha avuto la meglio 6-2 7-5 sul canadese Vasek Pospisil (n.113 ATP). Per Safiullin l’atto finale è stato curiosamente il passaggio più facile di tutto il torneo, l’unico in cui non ha dovuto fare ricorso al terzo e decisivo set. Per lui è la quarta vittoria Challenger che gli regala anche il nuovo best ranking alla posizione n.82 ATP.
Al Challenger 75 di Cleveland (cemento indoor) ha vinto il padrone di casa Alexandar Kovacevic che in una combattutissima finale, durata oltre due ore, ha battuto il cinese Yibing Wu (n.97 ATP) col punteggio di 3-6 7-5 7-6(2). Per Kovacevic è la prima vittoria Challenger dopo che nello scorso luglio a Indianapolis aveva perso in finale proprio dallo stesso Wu in un match ancor più combattuto con due tie-break da record. Per il vincitore arriva anche il nuovo best alla posizione n.120 ATP.
Si giocava anche in Australia a Burnie (Challenger 75, cemento outdoor) in quello che assomigliava molto a un campionato nazionale aussie con 20 australiani ai nastri di partenza, integrati da 10 giapponesi e via così. Alla fine, sintesi perfetta, ha vinto Rinky Hijikata, australiano di origini giapponesi, che ha battuto in finale James Duckworth con un doppio 6-3. Per lui è la seconda vittoria Challenger, accompagnata dal nuovo best al n.199 ATP, settimo miglior giocatore australiano.
La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.
Copyright © UBISPORTING srl | P.IVA 06262320481 Piazza Niccolò Tommaseo 1, 50135 Firenze (FI) Iscritta alla Camera di Commercio di Firenze, capitale sociale di 10.000,00 € i.v.